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````se la natura potesse parlare

Creato il 22 settembre 2011 da Scioui

````SE LA NATURA POTESSE PARLARECapitolo III
Chissà ora come si sentirà libera ( sola ) l'aiuola della piazzetta di fronte le nostre abitazioni. L'aiuola è una porzione triangolare del quartiere, composta da un abete, due pini e altre piante... Inoltre c'è una statua della Madonna, con sotto la scritta “ IMMACOLATA CONCEZIONE 1995 ”. Questa porzione triangolare di verde è una fucina di ricordi. Tante, troppe le cose che ci sarebbero da dire. Talmente tante che in questo caso, il nostro “ dialogare immaginario ” diventa un piccolo “ Tour dei Ricordi ”. E allora diamo il “ via! ” al tour:
ABETE: << Quando i vostri genitori mi piantarono, ero alto più o meno come un cancello di queste case che ci circondano. Voi da bambini sentivate molto il Natale e le sue tradizioni. Ogni anno, a partire dall'8 dicembre, abbellivate gli alberi del quartiere. Non per vantarmi, ma di me facevate il più bello. Dall'8 dicembre al 6 gennaio ero, grazie a voi, un trionfo di festoni e palle natalizie. Poi quegli anni sono passati per tutti, come può testimoniare anche la mia altezza. Adesso sono un “ normale sempreverde ” come tanti altri abeti. L'adolescenza vi ha fatto conoscere nuove emozioni ma a me ha fatto perdere quelle vecchie. Oramai ho dimenticato cosa significa essere addobbato a festa. Cosa darei per riprovare quelle emozioni >>.
E' vero, oramai sono anni che non addobbiamo più la piazza. Come ha detto l'abete, con il crescere abbiamo conosciuto nuove emozioni, dimenticandoci di quelle vecchie. Però io speravo che dopo di noi, a prendere il nostro posto ci sarebbero stati mio fratello e suoi amici (i fratelli di G.C.e G.R.). Ma niente da fare. Oramai siamo nell'era della tecnologia piena. La Nintendo WII, il computer, la play-station, i cellullari ultra-moderni...hanno spazzato via le tradizioni. Chi ha vissuto l'infanzia negli anni 90 può dire che non appena si tornava da scuola, si mangiava, si studiava e poi si andava fuori a giocare. Nascondino, Regina Reginella, Mosca Cieca, Guardie e Ladri, Calcio...e solo ogni tanto play-station et similia. L'infanzia di ora è troppo “ tecnologica ”, ha troppa fretta di crescere.
Chiudiamo questa parentesi. Andiamo avanti con il nostro tour:
PLATANO* antistante la casa di E.R.: << Io sono stato il protagonista di molti vostri giochi. E molte volte sono stato preso anche a pallonate. Per tanti anni il tratto di strada davanti a me è stato un “ palazzetto dello sport ”. I primi anni che vi conoscevate, quando ancora c'erano A.R., D.C., F.B... erano frequenti le partite a buchetta. Poi, da campo di buchetta, la strada era diventata un campetto di volley. I tornei che avete fatto tra di voi! Eravate instancabili! Ogni volta che la palla sfiorava i miei rami era una “ contesa ”, quindi bisognava ripetere la battuta. E' in questo periodo che ho preso le maggiori pallonate! Ma io ero felice, perchè mi sentivo partecipe dei vostri giochi. A voi bastava poco per divertirsi: un gessetto bianco per delimitare il campo da gioco, un po' di filo per fare la rete e un pallone SUPER SANTOS.. Poi facevate le squadre e “ via al gioco! ”. Poi c'erano le arrampicate. Quante volte mi avete scalato! Ricordo che Angelo era il più goffo ad arrampicarsi! Pochissime volte ha avuto il coraggio di salire sopra i miei rami. Poi siete cresciuti e tutto è cambiato. Oramai questo spazio era diventato troppo piccolo per voi >>.
Infatti crescendo si cercano sempre nuovi spazi.Devo dire però che io sono stato tra gli ultimissimi a “ lasciare ” la piazzetta. C'è stato un periodo che eravamo rimasti solo io ed E.R.E la pallavolo, seppur nelle sfide 1 contro 1, ha avuto un anno in più di vita. Forse c'era la speranza che il “ silenzio ” che si stava creando era solo passeggero e che tutto, prima o poi, sarebbe tornato come prima. Non era così. L'adolescenza oramai era passata dall'incubazione ai primi veri passi. Le nostre strade si stavano separando.
Non nascondo che, mentre scrivo quest'articolo, qualche lacrima nostalgica la sto gettando. Andiamo comunque avanti. C'è ancora molto da dire:
PLATANO* antistante la casa di G.C.: << La disposizione dei miei rami vi è servita da “ porta ”. Sembra strano ma è così. Grazie a me potevate fare un gioco, di cui non so bene i particolari. Per il resto nient'altro. A differenza di altri miei simili, io non sono stato utilizzato a fondo >>.
Il gioco a cui il platano si riferisce è il QUIDDITCH. La pianta non ne sa molto perchè nella sua vita non ha mai posseduto un televisore. Quindi, ne parlo io per lei. Gli anni 2000 sono stati segnati da una serie cinematografica chiamata “HARRY POTTER”. Il QUIDDITCH è lo sport che si pratica in questa serie cinematografica. E' una “pallamano volante” che si pratica sopra le scope. Vince la squadra che riesce a realizzare più punti facendo passare la palla nella porta avversaria. I rami del platano insomma,disegnavano una porta del QUIDDITCH. Non sono mai stato un fan sfegatato di Harry Potter. Ho visto solo 3 o 4 film della serie. Tra di noi, se non ricordo male, chi lo conosceva così bene da poterne seguire i passi erano A.B. e G.M.
Quest'albero più di così non può dire. In effetti lo abbiamo coinvolto poco.
E quante cose può raccontarci invece il terzo e ultimo(ma non per importanza) platano dell'aiuola? :
PLATANO* antistante la casa di A.B.: << Io per voi ero il punto di partenza. Davanti a me partivano le vostre gare di biciclette, le vostre corse a piedi e le corse all'anello. Ricordo che in bici Angelo era assai veloce, a piedi P.M. non si batteva. Delle corse all'anello sinceramente non ricordo molto >>.
Se c'è una cosa su cui non c'è nulla da dire, è la volontà di “ fare sport ” che avevamo. Il nostro quartiere grazie a noi ha visto: CALCIO, PALLAVOLO, GARE DI BICICLETTE, CORSE A PIEDI, ARRAMPICATE, CORSE ALL'ANELLO, BUCHETTA....ma anche TENNIS, SKATEBOARD...Lo facevamo in maniera “ infantile ”, però lo facevamo. Potranno i bambini di oggi, nel futuro prossimo,esporre un “ curriculum infantile ” come il nostro? Sicuramente no.
Riguardo quello che ha detto il platano. Da lui partivano le nostre corse.In bici, se io ero il più temibile, un motivo c'era. Ogni giorno, finiti i compiti, uscivo con la bici davanti casa. Nell'attesa che uscivano con gli altri, mi programmavo un percorso da compiere più volte in bici. Il percorso era il seguente: partenza dal platano, ” curva ” davanti la casa di G.R., altra “ curva ” davanti la casa dei nonni di G.M. e ritorno al punto di partenza.Ripetevo questo percorso 15-20-30... volte al giorno. Erano gli anni in cui Marco Pantani vinceva Giro e Tour, scattava e staccava Ullrich, Tonkov...E io un giorno sognavo di diventare come lui. Riguardo le corse a piedi, P.M.era colui che forse aveva il fisico più agile per correre.Forse esagero, però penso che tra tutti quelli nati tra il '91 e il '92 nel nostro paese, era tra i più veloci. Riguardo le corse all'anello, più che chiamarle così, bisognerebbe chiamarle “ corse all'albero ”. Siamo stati influenzati dalla celebre corsa all'anello che si tiene a Cori ogni anno. In questa corsa, 3 contrade si contendono l'ambito Palio. Ogni cavaliere, in sella al proprio cavallo, dopo aver preso la rincorsa, ha tempo 5 secondi circa per infilare l'anello al proprio pugnale. Noi, non disponendo di cavalli, usavamo la bicicletta, come pugnale la mano nuda e come anello le foglie del platano.Anzichè infilare l'anello,dovevamo cercare di prendere una ben determinata foglia.Ecco la nostra “ corsa all'anello ”.
I platani sono stati protagonisti indiscussi della nostra infanzia. Ruolo di nascondiglio hanno avuto invece i 2 pini che affiancano la statua della Madonna. Questa la spiego io in poche parole, senza che lasci “ parlare ” le piante. Quando giocavamo a nascondino, l'aiuola ci offriva 3 nascondigli:il “ rialzo ” della Madonnina e i 2 pini.Le altre piante tenevano sempre una parte del corpo scoperta.I pini erano “folti”.Difficilmente chi contava andava a controllarli.Spesso si teneva a distanza. Infatti, se chi contava decideva di controllare il pino doveva “ girarlo ” per bene. E mentre il “ predatore ” girava, la “ preda ” al momento giusto usciva e faceva tana.
Tempi che non tornano più. Chi sicuramente ha sofferto i nostri giochi nell'aiuola è l'erba. Dentro l'aiuola c'era un cartello rosso con la scritta bianca “ VIETATO CALPESTARE LE AIUOLE ”. Una scritta che non abbiamo mai seguito, rischiando il “ linciaggio ” di qualcuno. L'erba potrebbe parlarci con un tono tra l'arrabbiato e il simpatico e l'ironico:
ERBA: << Per me più che un divertimento è stata una tortura! Mi avete calpestato così tante volte che non so come faccio a esserci ancora adesso. Ogni giorno sopra di me passavano 14 o 16 piedi. Chi mi calpestava per recuperare la palla, chi per nascondersi o chi, come G.M., per “ curare ” i suoi pokemon >>.
A dir la verità, se l'erba ancora c'è ,è grazie ad una signora anziana che vive vicino ad A.B. Ogni mattina si alzava ed usciva per curare l'aiuola. Riguardo i pokemon, quando ci giocavamo, dividevamo il quartiere in “ palestre ”. Una sezione era destinata all'allenatore dei pokemon d'acqua, un'altra a colui che allenava i pokemon di tipo “terra”. E G.M. aveva scelto l'aiuola come sua “ palestra ” per allenare questi fantomatici pokemon.
“ VIETATO CALPESTARE LE AIUOLE ” : un principio che nella nostra testa non esisteva. E il tour dell'aiuola si conclude. Ne sono usciti di ricordi. Cosa avremmo fatto senza di essa? Sicuramente molto meno. E' il simbolo di cosa può offrire agli uomini la natura, che, se trattata con rispetto (erba permettendo) ci può regalare tanto.E così è stato con noi.
*Non sono sicuro che la pianta sia veramente un platano.


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